Estratto da: ” Il buon libro” di Anthony C. Grayling – Ed. Ponte alle Grazie
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Nel giardino c’è un albero. In primavera fiorisce, in autunno dà frutti. Il suo frutto è la conoscenza, insegna al buon giardiniere come comprendere il mondo. Da esso egli apprende che l’albero si sviluppa dal seme all’arboscello, dall’arboscello alla maturità, finalmente pronto a offrire altra vita; e dalla maturità fino alla vecchiaia e al silenzio, da cui ritorna agli elementi delle cose. A loro volta gli elementi alimentano nuove nascite; è questo il sistema della natura, nonchè il parallelo con il procedere dell’umanità. È stato con la caduta di un frutto da quest’albero che è venuta l’ispirazione per l’indagine sulla natura delle cose, quando Newton, seduto nel suo giardino, vide ciò che nessun altro aveva mai visto prima: che una mela attrae la terra a sè, come la terra attrae la mela, mediante una reciproca forza della natura che tiene tutte le cose, dai pianeti alle stelle, in un abbraccio unitario. Così tutte le cose sono raccolte in una: l’universo naturale, nel quale stanno tanti mondi: le sfere di luce in un’immensità di spazio e tempo, e tra esse i satelliti, su uno dei quali sta una parte della natura che rispecchia in sé la natura, e può ponderare la propria bellezza e il proprio significato e cercare di comprenderla: il genere umano. Tutte le altre cose, nei loro cicli e nei loro ritmi, esistono in sé e a sé; ma nell’umanità c’è anche l’esperienza, ossia ciò che fa il bene e il suo contrario, e in entrambi l’umanità cerca di cogliere il senso delle cose
– Anthony C. Grayling, Il buon libro – Ed. Ponte alle Grazie