parte prima – “Se” Rudyard Kipling
Parte seconda
estratto da “La saggezza dei tempi” di Wayne W.Dyer – Ed. Bur RCS
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Se – Rudyard Kipling Rivisitazione di W. W. Dyer
Se riuscirai a veder distrutta l’opera della tua vita
e senza dire una parola ricominciare ancora
o perdere per un solo colpo la tua ultima partita
e non avere un gesto o un sospiro per la tua angoscia;
se poi riuscirai ad amare senza farti accecare dalla passione,
ad essere forte senza perdere la tenerezza
e sentendoti odiato, a non nutrire avversione,
continuando a lottare per raggiungere la sicurezza;
Se riuscirai a sopportare di sapere che le tue parole
sono state travisate dai malvagi per aizzare gli stolti,
e se riuscirai a sopportare che la gente menta su di te,
mantenendoti sempre sincero, su te stesso, di fronte ai molti,
e se riuscirai a rimanere altero, pur nella popolarità,
e modesto anche quanto sarai consigliere del Re,
e se amerai tutti come fratelli,
senza concedere a nessuno un affetto esclusivo;
Se saprai meditare, osservare e conoscere
senza mai essere scettico o distruttore,
se saprai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni,
e pensare senza esaurire nel pensiero tutte le tue forze,
se riuscirai a essere determinato, ma mai collerico,
e coraggioso, ma mai imprudente,
e saggio, ma senza essere moralista e miope;
E se saprai affrontare il Trionfo e la Disfatta,
e accogliere entrambi questi mentitori con lo stesso animo,
e se riuscirai a mantenere il coraggio e la ragione
quanto tutti avranno perso la loro,
allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria, chineranno la testa davanti a te.
E, cosa che vale anche più dei Re e della Gloria,
sarai un Uomo, o figlio.
[…] ho scoperto una verità in molti dei consigli che Kipling offre a suo figlio in questa poesia, ma francamente sto ancora lavorando per applicare questo tipo di consigli alla mia vita quotidiana.
[…] Ci sono molti messaggi in questi trenta versi. Permettetemi di dirvi che cosa ispira in me questo consiglio poetico.
Mi ispira di essere abbastanza autonomo nello stabilire le mie decisioni per mantenere il mio equilibrio e la mia integrità, senza lasciarmi trascinare dalla follia che vedo intorno a me, e senza prestare ascolto a quel che gli altri possono pensare. “Sii te stesso”, è il consiglio […] E se io sarò in grado di essere me stesso, senza perciò giudicare gli altri intorno a me, mi sentirò rincuorato. […]
Mi ispira l’idea di utilizzare l’ipocrisia che trovo intorno a me per ricordare a me stesso che odio l’ipocrisia. Quando ero più giovane, ho utilizzato spesso l’ipocrisia degli altri come punto di partenza per la mia. Se le persone mentivano, mi capitava di decidere di riservare loro lo stesso trattamento, per quanto ciò fosse disgustoso nei confronti di me stesso. Ma mi fa sentire molto meglio il fatto che oggi non sopporto la menzogna a tal punto da non accettare di essere io stesso un mentitore.
Mi ispira il fatto di essere un buon perdente nella vita. Non sono sempre stato così, e anche oggi non sono sempre così, ma certo sono migliorato molto. Sì, mi piace l’azione e la competizione come sempre, ma ora posso ritirarmi in pace alla fine dei giochi, e so in cuor mio che il vero me non si interessa dei risultati della gara. Il fatto di partecipare significa che posso vincere e posso perdere, e che i risultati sono degli impostori che si sostituiscono al mio vero sé. Vorrei che i miei figli sapessero che non coincidono con le loro vittorie così come non si identificano con le loro sconfitte. […]
Mi sento ispirato quando riesco a evitare i giudizi basati sull’apparenza, sui risultati raggiunti, su quel che si ha acquistato, e mi limito guardare nelle persone il risvegliarsi di Dio. La tentazione di classificare la gente secondo quelle categorie, è a volte irrefrenabile […].
Mi sento ispirato quando vedo me stesso vivere per il mio cuore senza aver bisogno di provare a me stesso di avere un valore. […] Mi sento ispirato quando mi accorgo che non sono più così ostinato nel voler convincere gli altri che ho ragione, anche se so che quel che sto dicendo è vero.
[…] Tutte queste qualità che Rudyard Kipling ritrae brillantemente nella sua poesia “Se”, conducono a quello che, secondo me, significa veramente la sua conclusione. Se sarai in grado di fare tutte queste cose, ti sentirai ispirato, e allora “Sarà tua la terra e tutto quel che contiene e, cosa ancora più importante, sarai un uomo, figlio mio!”
In questo modo Kipling dice a suo figlio che la maturità consiste nell’essere se stessi senza attendere il giudizio degli altri, Quando una persona è cresciuta in questo modo, potrà avere tutto ciò che riuscirà a desiderare.
Per mettere in pratica le parole di questa classica poesia nella vostra vita, oggi ho soltanto un suggerimento da darvi:
* Copiate questa poesia e leggetela a voi stessi e a coloro che volete aiutare ad acquisire una maturità emotiva e spirituale. Tutte le lezioni di questo mondo sono contenute in quei versi. Ovvero: tieni la testa a posto, confida in te stesso, sii onesto, sii un sognatore, non attaccarti alle cose, accetta il rischio, sii indipendente, sii umile, sii pietoso, impara a perdonare. C’è davvero tutto questo in questa poesia ormai classica. L’unica domanda che resta, ora, comincia con questo titolo di una sola parola: Se…