Estratto da “Sono come il fiume che scorre” di Paulo Coelho – Ed. Bompiani
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L’importanza di ripetere la stessa cosa. Un’azione è un pensiero che si manifesta.
Un piccolo gesto ci rivela al mondo, sicché dobbiamo perfezionarlo, pensare ai dettagli, apprendere la tecnica fino a quando non diventi qualcosa di intuitivo. L’intuizione non ha niente a che vedere con la routine: riguarda piuttosto uno stato d’animo che travalica anche la tecnica.
Così, dopo una lunga pratica, non ci soffermeremo più a pensare a tutti i movimenti necessari: entrano a far parte della nostra esistenza. Tuttavia è indispensabile continuare ad allenarsi e a ripetere. A ripetere e ad allenarsi.
Provate a osservare un fabbro che forgia l’acciaio: per un occhio non allenato, egli seguita a battere le medesime martellate. Per lo sguardo di chi conosce l’importanza dell’allenamento, invece, l’intensità del colpo è diversa ogni volta che l’uomo alza e abbassa il martello. La mano ripete lo stesso gesto ma, via via che si avvicina al ferro, apprende se deve colpirlo con maggior forza o in modo più delicato.
Provate a osservare un mulino a vento. Per chi guarda le pale una sola volta, sembra che esse ruotino a una velocità costante, ripetendo un identico movimento, ma coloro che hanno dimestichezza con i mulini sanno che il moto delle pale è condizionato dal vento e cambia direzione ogniqualvolta si renda necessario.
La mano del fabbro ha appreso a martellare correttamente dopo aver ripetuto migliaia di volte il gesto di battere sul ferro; le pale del mulino sono in grado di mutare rapidamente il senso di marcia dopo che il vento, soffiando forte, ha reso più scorrevoli i loro ingranaggi.
L’arciere accetta che molte frecce sibilino lontano dal bersagli, perché sa che apprenderà l’importanza dell’arco, della posizione, della corda e del centro solo dopo aver ripetuto i propri gesti migliaia di volte, senza timore di sbagliare.
Arriva sempre il momento in cui non è più necessario pensare a ciò che stai facendo. È allora che l’arciere si immedesima nell’arco, nella freccia e nel bersaglio.
Come osservare il volo della freccia. La freccia è l’intenzione che si proietta nello spazio.
Dopo che è stata scoccata, l’arciere non può più fare niente – soltanto accompagnarla con lo sguardo nella sua traiettoria verso il bersaglio. Adesso la tensione necessaria per il tiro non ha più ragione di esistere.
E così, mentre l’arciere tiene gli occhi fissi sul volo della freccia, il suo cuore riposa – ed egli sorride.
Se si è allenato in modo soddisfacente, se è riuscito a sviluppare il proprio istinto, se ha mantenuto la grazia e la concentrazione durante l’intera fase di tiro, in quel momento l’arciere avvertirà la presenza dell’Universo e scoprirà che il suo atto è stato giusto e meritato.
La tecnica fa in modo che le mani siano pronte, che il respiro sia calmo e che gli occhi sappiano mirare il bersaglio con precisione; l’istinto fa sì che il momento del tiro sia perfetto.
Chi si troverà a passare vicino all’arciere e lo vedrà con le braccia spalancate, mentre segue la freccia con lo sguardo, penserà che sia immobile, insensibile. Ma le persone sensibili – gli individui che conoscono i segreti dell’anima – sanno che la mente di chi ha scoccato il dardo adesso si trova in un’altra dimensione, è in contatto con tutto l’Universo: è ancora al lavoro, impegnata a rivisitare e immagazzinare gli elementi positivi di quel tiro, a correggerne gli eventuali errori e a verificarne le qualità, in attesa di cogliere la reazione del bersaglio nel momento in cui verrà colpito.
Quando l’arciere tende la corda, nel suo arco può vedere il mondo intero. Quando accompagna con lo sguardo il volo della freccia, esso gli si avvicina, lo accarezza e gli consente di provare la sensazione meravigliosa di un compito portato a termine.
Dopo aver fatto il proprio dovere e trasformato l’intenzione in gesto, un guerriero della luce non deve temere alcunché: ha fatto ciò che doveva. Non si è lasciato paralizzare dalla paura. Anche se la freccia non colpisce il bersaglio, avrà un’altra opportunità, perché non si è dimostrato codardo.