Il simbolismo della destra e della sinistra

Estratto da: “Camminate finchè avete la luce” di Omraam M. Aïvanhov – Ed. Prosveta

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La maggior parte delle tradizioni associa simbolicamente la destra al bene e la sinistra al male: quando di qualcuno si dice che cammina su una “via sinistra”, ciò sta a significare che si comporta male. Il simbolismo della destra e della sinistra lo si ritrova nelle parole di Gesù: “Quando fai l’elemosina, che la tua mano sinistra ignori ciò che fa la tua mano destra“.  Le mani agiscono sotto l’influsso della volontà. La mano sinistra e la mano destra sono l’espressione dell’attività umana.

In realtà, sia che si tratti di “avanti-indietro”, di “alto-basso” o di “destra-sinistra”, tutte le direzioni vanno bene a condizione che siano utilizzate con discernimento; le opposizioni che si sono stabilite tra loro hanno semplicemente un valore simbolico. Il linguaggio simbolico è la matematica delle idee: riassume in alcuni principi molto semplici le realtà più complesse.

Allora, cosa voleva dire Gesù quando consigliava di tenere all’oscuro la mano sinistra su ciò che fa la mano destra? Queste parole, se prese alla lettera, significherebbero che solo la mano destra è giustificata nelle sue azioni. Ora, non si può fare gran chè con una sola mano. Nella vita pratica, ci si rende conto di quanto la mano sinistra e la mano destra si completino a vicenda e agiscano in armonia.  […]

Dio ha creato l’uomo con una grande saggezza, e dal momento che lo ha dotato di due mani, come avrebbe potuto Gesù consigliare di separarle? Certo, voi mi direte che le persone non sono tanto sciocche, da prendere alla lettera le parole di Gesù. D’accordo, non le prendono alla lettera…Ma allora, come le prendono?

Alcuni hanno visto nelle due mani la rappresentazione dell’intelletto e del cuore, e ne hanno concluso che l’intelletto non debba immischiarsi negli affari di cuore. No, non è la giusta interpretazione. Il cuore, con i suoi desideri, le sue passioni e i suoi capricci, potrebbe opporsi a progetti che sono saggi e ragionevoli, e quindi l’intelletto deve intervenire per illuminare il cuore. Quanto all’intelletto, questo può essere freddo, arido, rigido, e allora il cuore deve dire la sua per riscaldarlo, addolcirlo e renderlo più conciliante.

In realtà, la mano destra e la mano sinistra menzionate da Gesù rappresentano  le due nature dell’essere umano: la natura superiore e la natura inferiore. Quando la mano destra (la natura superiore) vuole agire, vuole cioè “fare l’elemosina” (espressione questa che deve essere compresa nel senso più vasto, ossia come “fare il bene”), deve mostrarsi prudente, affinchè la mano sinistra (la natura inferiore) non intervenga opponendo degli ostacoli. […] Non soltanto la mano destra deve dar prova di intelligenza per mettere a punto i progetti migliori, ma deve anche stare attenta a proteggerli dalle manovre della mano sinistra.

Se la mano sinistra (natura inferiore) non deve sapere ciò che fa la mano destra (natura superiore), è necessario invece che la mano destra conosca i progetti della mano sinistra per poterne sventare i tranelli.  La natura inferiore è incessantemente occupata a fomentare attività losche, il che costringe la natura superiore a rimanere costantemente vigile per osservare cosa succede e, all’occorrenza intervenire per ristabilire l’ordine. Chi sta più in alto deve sapere ciò che accade in basso. […]

Studiate bene le relazioni che esistono in voi tra la natura inferiore e la natura superiore. Avete preso delle buone risoluzioni… vi siete detti che è tempo di cambiare certe vostre abitudini… avete in progetto di aiutare qualcuno… Sappiate che la vostra natura inferiore è lì che vi sorveglia e di dà dei suggerimenti, vi manda delle tentazioni per distogliervi. Oppure aspetta il momento opportuno per prendersi la rivincita. […]

Dunque, è chiaro: la mano destra e la mano sinistra non rappresentano l’intelletto e il cuore, bensì la natura superiore e la natura inferiore che si manifestano sia attraverso l’intelletto sia attraverso il cuore. Quando la natura superiore in voi fa dei progetti, la natura inferiore non deve esserne avvertita. Cercate di addormentarla, oppure approfittate dei momenti in cui è assopita o distratta, altrimenti si scaglierà contro quei buoni progetti e cercherà in tutti i modi di impedirne la realizzazione. Vi sussurrerà: “Ma non c’è nessuna fretta… Hai tutto il tempo… Potresti startene così tranquillo!… Perchè ti affanni tanto?”

Ed è così che, venuto il momento, non avrete più tanto slancio e tanta convinzione, e abbandonerete quei progetti.

 

Il silenzio – Pablo Neruda

Ora conteremo fino a dodici
e restiamo tutti quieti.

Per una volta sulla terra
non parliamo in nessuna lingua,
per un secondo fermiamoci,
non muoviamo tanto le braccia.

Sarebbe un minuto balsamico,
senza fretta, né locomotive,
saremmo tutti uniti
in un’inquietudine istantanea.

I pescatori del freddo mare
non porterebbero danno alle balene
e il lavoratore del sale
guarderebbe le sue mani rotte.

Quelli che preparan nuove guerre,
guerre di gas, guerre di fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero un abito puro
e camminerebbero coi loro fratelli
nell’ombra, senza far nulla.

Non si confonda ciò che voglio
con l’inazione definitiva:
la vita è solo ciò che si fa,
non voglio saperne della morte.

Se non potemmo essere unanimi
muovendo tanto le nostre vite,
forse non far nulla una volta,
forse un gran silenzio
potrà interrompere questa tristezza,
questo non intenderci mai,
e minacciarci con la morte,
forse la terra c’insegnerà
quando tutto sembra morto
e poi tutto era vivo.

Ora conterò fino a dodici,
tu tacerai e io me ne andrò.

 

– Testo in lingua originale –

El silencio

Ahora contaremos doce
y nos quedamos todos quietos.
Por una vez sobre la tierra
no hablemos en ningún idioma,
por un segundo detengámonos,
no movamos tanto los brazos.

Sería un minuto fragante,
sin prisa, sin locomotoras,
todos estaríamos juntos
en una inquietud instantánea.

Los pescadores del mar frío
no harían daño a las ballenas
y el trabajador de la sal
miraría sus manos rotas.

Los que preparan guerras verdes,
guerras de gas, guerras de fuego,
victorias sin sobrevivientes,
se pondrían un traje puro
y andarían con sus hermanos
por la sombra, sin hacer nada.

No se confunda lo que quiero
con la inacción definitiva:
la vida es sólo lo que se hace,
no quiero nada con la muerte.

Si no pudimos ser unánimes
moviendo tanto nuestras vidas,
tal vez no hacer nada una vez,
tal vez un gran silencio pueda
interrumpir esta tristeza,
este no entendernos jamás
y amenazarnos con la muerte,
tal vez la tierra nos enseñe

Ahora contaré hasta doce
y tú te callas y me voy.

Pablo Neruda