Auguri

La vita  porta esperienze che ognuno vive con emozioni e intensità differenti. Il mio augurio a tutti voi per queste festività e per il prossimo anno è la capacità di riuscire a tenere viva e sempre presente la fiamma interiore dell’amore.

Che questa luce illumini ogni vostro passo, per camminare con sicurezza anche nei momenti  di  oscurità,  perchè:  “è solo con il cuore che si può veramente vedere; ciò che è essenziale è invisibile agli occhi.  [Antoine de Saint-Exupéry – Il piccolo principe].

 

 

Il canto

Estratto da “Pensieri quotidiani” anno 2014   di Omraam Michaël Aïvanov –  Ed. Prosveta

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Ciascuno dovrebbe impegnarsi a cantare, anche chi è stonato, poichè si tratta di un mezzo per fare un lavoro su se stessi.

Quando cantiamo, fisiologicamente, a partire dalla gola fino al diaframma, qualcosa di potente si mette in moto: la voce scaturisce e a poco a poco ci sentiamo liberare dalle tensioni e dalle pesantezze interiori.

Cosa si sa degli angeli? Vengono rappresentati come creature alate che cantano. Come gli uccelli: l’angelo e l’uccello sono associati all’idea della leggerezza, del volo, ma anche del canto. Non è forse per noi un invito a cantare per liberarci di tutti quel che ci appesantisce? quante turbe mentali gli esseri umani potrebbero guarire tramite il canto! […]

Il canto è un’espressione della vita; la vita stessa altro non è che un canto. E cosa c’è di più necessario e vivificante che riuscire a sbarazzarsi dell’atmostera pesante che ci circonda, per lanciarsi in quelle regioni dove tutto è armonioso, luminoso, leggero?

I bambini imparano ciò che vivono

Senza nome

Se un bambino vive nella critica, impara a condannare.
Se un bambino vive nell’ostilità, impara ad aggredire.
Se un bambino vive nel timore, impara a essere apprensivo.
Se un bambino vive nella pietà, impara a commiserarsi.
Se un bambino vive nello scherno, impara a essere timido.

Se un bambino vive nella gelosia, impara cos’è l’invidia.
Se un bambino vive nella vergogna, impara a sentirsi in colpa.
Se un bambino vive nell’incoraggiamento, impara a essere sicuro di sé.
Se un bambino vive nella tolleranza, impara a essere paziente.
Se un bambino vive nella lode, impara ad apprezzare.
Se un bambino vive nell’accettazione, impara ad amare.
Se un bambino vive nell’approvazione, impara a piacersi.
Se un bambino vive nel riconoscimento, impara che è bene avere un obiettivo.
Se un bambino vive nella condivisione, impara la generosità.
Se un bambino vive nell’onestà e la lealtà, impara cosa sono la verità e la giustizia.
Se un bambino vive nella sicurezza, impara ad avere fiducia in se stesso e in coloro che lo circondano.
Se un bambino vive nella benevolenza, impara che il mondo è un bel posto in cui vivere.
Se vivi con serenità, il tuo bambino vivrà con la pace dello spirito.
Con che cosa sta vivendo il tuo bambino?

di Dorothy Law Nolte

Imprevisti

Conferenza Ingresso libero

IMPREVISTI Come affrontare situazioni problematiche inattese in modo efficace e dare nuove possibilità alla nostra vita.

Quando si parla di gestione degli imprevisti si pensa al mondo del lavoro. La ricerca in rete suggerisce soluzioni su come anticipare eventi che potrebbero creare rallentamenti o problemi nelle attività lavorative, ma non considera gli aspetti personali, sociali e familiari. Anche quando l’evento è solo in ambito lavorativo, noi siamo esseri umani e gli imprevisti ci colpiscono fortemente prima nella sfera personale e solo in seguito in quella professionale.

Come possiamo agire in modo efficace quando siamo in balia della confusione e delle emozioni causate da un imprevisto?

In questo incontro guarderemo la nostra umanità e da quali forze siamo travolti nel momento in cui qualcosa irrompe nella nostra routine.

Martedì 10 dicembre 2019 ore 20,30-22,00 – Sabato 14 dicembre 2019  ore 15,00-16,30

Il vero valore dell’anello

“Sono venuto qui, maestro, perché mi sento così inutile che non ho voglia di fare nulla. Mi dicono che sono un inetto, che non faccio bene niente, che sono maldestro e un po’ tonto.
Come posso migliorare? Che cosa posso fare perché mi apprezzino di più?”.

Il maestro gli rispose senza guardarlo: “Mi dispiace, ragazzo. Non ti posso aiutare perché prima ho un problema da risolvere. Dopo, magari…”. E dopo una pausa aggiunse:
“Ma se tu mi aiutassi, magari potrei risolvere il mio problema più in fretta e dopo aiutare te”.
“Con…piacere, maestro” disse il giovane esitante, sentendosi di nuovo sminuito visto che la soluzione del suo problema era stata rimandata per l’ennesima volta.
“Bene” continuò il maestro. Si tolse un anello che portava al mignolo della mano sinistra e, porgendolo al ragazzo, aggiunse: “Prendi il cavallo che c’è là fuori e va’ al mercato. Ho bisogno di vendere questo anello perché devo pagare un debito. Vorrei ricavarne una bella sommetta, per cui non accettare meno di una moneta d’oro. Va’ e ritorna con la moneta d’oro il più presto possibile”.

Il giovane prese l’anello e partì.

Appena fu giunto al mercato iniziò a offrire l’anello ai mercanti, che lo guardavano con un certo interesse finché il giovane diceva il prezzo.

Quando il giovane menzionava la moneta d’oro, alcuni si mettevano a ridere, altri giravano la faccia dall’altra parte e soltanto un vecchio gentile si prese la briga di spiegargli che una moneta d’oro era troppo preziosa in cambio di un anello. Pur di aiutarlo, qualcuno gli offrì una moneta d’argento e un recipiente di rame, ma il giovane aveva istruzioni di non accettare meno di una moneta d’oro e rifiutò l’offerta.
Dopo avere offerto il gioiello a tutte le persone che incrociava al mercato – e saranno state più di cento- rimontò a cavallo demoralizzato per il fallimento e intraprese la via del ritorno.
  Quanto avrebbe desiderato avere una moneta d’oro per regalarla al maestro e liberarlo dalle sue preoccupazioni! Così finalmente avrebbe ottenuto il suo consiglio e l’aiuto.

Entrò nella sua stanza.
“Maestro” disse “mi dispiace. Non è possibile ricavare quello che chiedi. Magari sarei riuscito a ottenere due o tre monete d’argento, ma credo di non poter ingannare nessuno riguardo il vero valore dell’anello.”
“Quello che hai detto è molto importante, giovane amico” rispose il maestro sorridendo. “Prima dobbiamo conoscere il vero valore dell’anello.
Rimonta a cavallo e vai dal gioielliere. Chi lo può sapere meglio di lui? Digli che vorresti vendere l’anello e chiedigli quanto ti darebbe. Ma non importa quello che ti offre: non glielo vendere. E ritorna qui con il mio anello.”

Il giovane riprese di nuovo a cavalcare.

Il gioielliere esaminò l’anello alla luce della lanterna, lo guardò con la lente, lo soppesò e disse al ragazzo:
“Dì al maestro, ragazzo, che se vuole vendere oggi stesso il suo anello, non posso dargli più di cinquantotto monete d’oro”.
“Cinquantotto monete?” esclamò il giovane.
“Sì” rispose il gioielliere. “Lo so che avendo più tempo a disposizione potremmo ricavare circa settanta monete d’oro, ma se ha urgenza di vendere…”

Il giovane si precipitò dal maestro tutto emozionato a raccontargli l’accaduto.

“Siediti” disse il maestro dopo averlo ascoltato. “Tu sei come questo anello: un gioiello unico e prezioso. E come tale puoi essere valutato soltanto da un vero esperto.
Perché pretendi che chiunque sia in grado di scoprire il tuo vero valore?”

E così dicendo si infilò di nuovo l’anello al mignolo della mano sinistra.