Le parole che scegli plasmano il mondo

di Ermanna

 

Parlare bene non è solo questione di stile.
È pensare bene. È sentire bene. È vivere meglio.

 

 

Le parole sono FINESTRE.
Ogni volta che parli, mostri una parte di te. Nelle parole si cela il tuo mondo interiore, la tua sofferenza, i tuoi sogni, le tue convinzioni,… escono fuori, anche quando non te ne accorgi.
Ascolta come parli.
Le parole che usi per raccontarti dicono chi sei – anche a te stesso.

Le parole sono IMMAGINI.
Ogni parola che dici crea un’immagine nella mente di chi ascolta.
Perché allora non scegliere parole che creino belle immagini?
Che aprano e non chiudano!
Parole gentili. Parole potenti. Parole sentite!

Parlare è  agire.
C’è forza nella parola detta.
Un tempo, prima della scrittura, dire qualcosa significava impegnarsi. Era sacro.
Forse oggi non ci pensiamo, ma ogni parola che esce da noi muove qualcosa – in noi e negli altri.

Cambiare il modo in cui parli non è fingere.
È imparare a vedere diversamente.
Aprire finestre dove prima c’erano muri.
È iniziare un cambiamento che parte da dentro.

Scegli parole che costruiscono,
che curano,
che liberano.

Perché sì, parlare bene è un atto rivoluzionario.

Solitudine

di Ermanna

 

In un momento particolarmente intenso e complesso della mia vita, ho trovato il mio significato della parola SOLITUDINE.

 

 

Oggi, per me la SOLITUDINE è:

⛲️una fonte di straordinaria libertà e indipendenza. Mi ha permesso di prendere le decisioni importanti con maggior attenzione e senza interferenze, e quindi capire cosa volevo davvero.OK

🔥 La condizione che dona impulso e forza alla creatività. È in quei momenti che si sono aperte le porte dell’intuizione per la nascita di nuove idee e progetti.

🔎 Una lente. Mi ha donato un nuovo modo di vedere e assaporare le piccole cose e mi ha aperto il cuore alla gratitudine.

🤔 Lo stimolo a un maggior ascolto di me stessa, per conoscere le mie doti e fragilità e accettarmi.

👩🏻‍🤝‍👩🏼 La spinta per cogliere la bellezza dello stare insieme, dando nuova qualità alle mie relazioni.

La solitudine mi ha aiutato a guardarmi con più amore e rispetto, a dare valore a chi sono e muovermi nel mondo con più sicurezza.

“Cantate e danzate insieme e siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica.”
Khalil Gibran

Pulizia Energetica della Casa

 

 

 

 

 

 

“La casa non è solo un contenitore, ma un organismo energetico che vive con noi.
Pulire la casa significa anche prendersi cura di sé stessi.”    Sara C.

La nostra casa è il nostro nido. Il luogo dove ci rifugiamo per riposare, per rilassarci e  godere di momenti nostri. O così dovrebbe essere.

A volte non abbiamo voglia di tornare a casa o proviamo disagio entrando perchè sentiamo che non è più il nostro rifugio. Quando rientriamo dal lavoro stanchi e magari di malumore, quando  all’interno delle mura domestiche viviamo momenti di tensione, di confronto acceso, di dolore, di malattia:  ebbene, non ne siamo consapevoli, ma le nostre energie alterate vengono assorbite da pareti, oggetti, mobili e tappeti.

La casa, come ogni essere vivente, non necessita solo di pulizia da polvere, sporco, disordine. Ha bisogno anche di essere pulita dalle negatività prodotte dal nostro vivere quotidiano, dal nostro stress. Lo vediamo negli animali, che soffrono a causa delle nostre energie disarmoniche, e anche le piante ne possono subire le ripercussioni.

In questo incontro vedremo come aiutare la nostra casa a “stare meglio”, a ritornare quel rifugio accogliente e tranquillizzante per noi, la nostra famiglia, i nostri amici animali e per le nostre piante.  Per ridare luce, rinnovare e rinfrescare le energie presenti, affinchè possiamo vivere il nostro spazio esteriore e interiore in serenità e gioia.

Adesioni entro il 17 giugno

 

Per informazioni e iscrizioni

clicca qui 

Progetto

Fin da piccoli la vita è stata un susseguirsi di progetti: quello di crescere, di entrare in relazione con mamma, papà e parenti, con la scuola, le amicizie, il lavoro, fino al formarsi di una famiglia propria. Quale migliore progetto avremmo potuto realizzare, se non la nostra vita stessa?

Ogni piccolo passo compiuto è derivato da un progetto “non consapevole”. Siamo andati avanti d’istinto. Questi progetti ci hanno messo sulla via.

I progetti scelti con attenzione sono quelli che ci indicano la strada da percorrere.

Dietro ai progetti consapevoli, sono presenti due movimenti, uno che precede e l’altro che segue. Io li chiamo “il progetto del cuore” e “il progetto della mente razionale”.

I progetti della mente razionale sono successivi. È la strategia  per realizzare e concretizzare il progetto iniziale. La scansione temporale, gli strumenti necessari, le relazioni da attivare, ecc.

I progetti del cuore sono quelli che ci hanno fatto crescere e vincere le sfide della nostra vita. Quelli che ci hanno dato, e danno, l’opportunità di esprimere noi stessi in totale autenticità. Sono i progetti che ci inducono a esplorare territori sconosciuti, che ci fanno fare nuove esperienze. È il cambiamento di uno status quo. L’obiettivo finale è solo un punto per orientarsi nel percorso, l’esperienza fatta strada facendo è il fine.

Il cuore ci invia segnali: essi sono una rete per acchiappare i sogni, per vedere le stelle. Sono quelli che ci difendono dal caos e dai capricci. Sono i desideri nascenti del nostro essere.

Josephine Baker disse: “ È dunque questo che chiamano vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?

Ebbene, un progetto autentico è simile alla vocazione; dà entusiasmo, riempie di questa bellissima sensazione il corpo e l’anima. Il progetto del cuore è l’occasione di esprimere quella parte di noi che desidera vivere.

Quante volte abbiamo sentito quella voce interiore dirci: “Perché no? Perché non farlo?” Una voce che ci spinge a osare, a seguire una inclinazione che sentiamo vera per noi. Ascoltiamola e diamole voce.   Se non ora, quando?

Insegnare

di Ermanna

Il mio progetto di vita? Insegnare.  Dal latino tardo in-signare ‘incidere, imprimere dei segni’.

Fin da piccola ho avuto questa inclinazione, questa risonanza. Ricordo che con le mie amiche giocavo alla maestra – ovviamente la maestra ero io.
È passato davvero tanto tempo, eppure questo impulso non è scemato.

Ho realizzato questo progetto in più di un’occasione e secondo modalità diverse. Ho insegnato ai miei figli (e imparato da e con loro), ed esercitato la docenza in un istituto statale – con alunni veri 😉 – per tanti anni. Poi ho intrapreso la professione di counselor e, grazie a essa, ho potuto insegnare anche ad adulti, in una scuola di counseling e non solo in incontri individuali. Anche le conferenze mi danno l’opportunità di diffondere conoscenze e idee.

Cos’è l’insegnamento per me? Non è solo trasmettere un sapere. Non è solo far vedere nuovi orizzonti. Per me insegnare è riversare l’entusiasmo e la gioia di parlare con gli altri di ciò che sento parte di me. È condividere ciò che conosco e ascoltare ciò che le altre persone sanno.

Sono convinta che all’insegnare corrisponda un imparare. Per me è continuare a formarmi nuove idee, nuovi approcci e approfondimenti non solo per ampliare il mio bagaglio culturale, ma soprattutto per stimolare la curiosità e il desiderio di apprendere negli altri, così come è vitale per me. È fare da ponte, un collegamento tra le persone. È una trasmissione a doppio senso. Per me questo non è un progetto da portare avanti, un progetto che “si fa”, ma un progetto che “si è”.

La trasformazione, che avviene assimilando ogni nuovo concetto, non avviene solo a livello mentale, oserei dire che mi entra nel DNA, proprio nel momento in cui si mette in atto e si vive l’esperienza diretta. Certi contenuti arrivano al mio essere e si trasformano in nuove energie. È questa energia che amo trasmettere e condividere.

Questo progetto è iniziato quando avevo 6 anni (o almeno ne sono diventata consapevole) ed è tuttora in corso. È la bellezza di un viaggio che ha un obiettivo sempre in movimento e che desidero continuare, perché essere “in strada” mi riempie di gioia.

E tu, quale progetto stai portando avanti?
Quale vorresti attuare? E soprattutto, perché non ora?